La Serra (2015)

La serra come luogo di costrizione, di reclusione. Un mondo chiuso, confinato tra barriere trasparenti. La natura veicolata dall’uomo o (ecco la visione) interpretata dalla sua arrogante presunzione.
La natura però è forte e determinata, forte nel rigenerarsi tra superfici e interstizi sfuggiti alla sorveglianza dell’uomo, determinata nel riconquistare il suo spazio, il suo essere.
L’incontro di due mondi con differenti esigenze genera nuove forme espressive, una natura contaminata produce aberrazioni, ed ecco quindi la serra diventa museo: bassorilievi di uccelli in voli predatori e farfalle in caotiche danze di morte, paesaggi fiamminghi e quadri d’arte contemporanea, installazioni, decomposizioni… e lui, Attila, grottescamente reinterpretato.

Michele Furci

La serra come metafora della natura, che ha subìto e sta subendo delle forzature.
Questa è una mia personale visione del paesaggio, filtrata dalla consapevole deriva intrapresa dall’uomo riguardo al suo rapporto con la natura.

Carlo Panza